M5s all'attacco dell'Amap: esposto sul depuratore di Acqua dei Corsari

M5s all’attacco dell’Amap: esposto sul depuratore di Acqua dei Corsari

La mossa di Trizzino e Siragusa

PALERMO – Il Movimento cinque stelle contro la società partecipata del Comune di Palermo Amap. I deputati regionale Giampiero Trizzino e Salvatore SIragusa hanno annunciato la presentazione di un esposto in Procura sull’impianto di depurazione delle acque reflue di Acqua dei Corsari: secondo i Cinquestelle, infatti, il depurator non avrebbe operato a pieno regime non ripulendo, quindi, i reflui di parte della città. L’azienda, secondo Trizzino e Siragusa, “avrebbe saputo ma ha continuato ad incassare, con le bollette, la quota relativa alla depurazione.”

“Reflui non depurati ma pagati in bolletta”

I pentastellati di Sala d’Ercole chiedono quindi che la società rimborsi i cittadini, come previsto dalla legge 13 del 27 febbraio del 2009. “La mancata depurazione dei reflui diretti all’impianto di Acqua dei Corsari – dicono i due deputati – è un fatto pressoché acclarato da numerosi sopralluoghi degli organi inquirenti che hanno portato al commissariamento dell’Amap per l’attività di depurazione. L’inefficienza di questo depuratore è stata rilevata anche nel corso di un’audizione della Procura presso la commissione parlamentare di inchiesta su illeciti ambientali. Se è vero, i cittadini vanno rimborsati, come previsto dal decreto legge 30 dicembre 2008 convertito nella legge 13 del febbraio 2009 che sancisce che i gestori del servizio idrico provvedano entro 5 anni alla restituzione della quota di tariffa non dovuta per il mancato esercizio del servizio di depurazione, che può arrivare anche al 41 per cento dell’importo dell’intera bolletta”. E ancora: “Che l’Amap sapesse di non depurare – sottolineano i deputati – lo ha rilevato la stessa Procura nel corso dell’audizione presso la commissione parlamentare di inchiesta di qualche tempo fa. Quello che ci chiediamo è perché continuasse a riscuotere la quota per un servizio che sapeva di non erogare”.
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