Martino: 'Renzi e Miccichè come il gatto e la volpe' - Live Sicilia

Martino: ‘Renzi e Miccichè come il gatto e la volpe’

L’ex Ministro a tutto campo.
L'INTERVISTA
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2 min di lettura

ROMA – L’ex ministro Antonio Martino, storica tessera numero 2 di Forza Italia, boccia l’esperimento nazareno 3.0. La pazza idea (gruppo unico all’Ars e liste unitarie alle prossime regionali), cementata dalla cena fiorentina tra Renzi e Miccichè, riportata da La Sicilia è bollata dall’ex Ministro come “un boomerang controproducente”. Martino, settantanove anni a dicembre, ormai fuori dalla scena politica da quando nel 2018 rifiutò la proposta di Silvio Berlusconi di candidarsi alla Camera, oggi senza una tessera di partito in tasca guarda con  preoccupazione ai fatti siciliani. Ma dà qualche consiglio agli azzurri. 

Dalla cena tra Renzi e Miccichè, riportata dalle cronache giornalistiche, sarebbe emersa la volontà di creare un gruppo unico all’Ars e una lista comune in vista delle regionali. Che cosa ne pensa?

Al gatto e alla volpe non andò bene nella storia di Pinocchio, il mio amico Miccichè e Renzi sono dei furbacchiotti che rischiano di prenderla In quel posto. 

Insomma, questa ipotesi non incontra il suo favore.

Renzi pensa di acquisire voti perché Miccichè ha seguito, Miccichè pensa di sdoganarsi e diventare indipendente: sbagliano entrambi. Miccichè era qualcuno quando era fedele a Berlusconi e ha vinto tutti i seggi in Sicilia, quando ha iniziato a fare il furbetto non ha avuto più successo. Renzi è stato addirittura presidente del consiglio e ne ha combinate più di Carlo in Francia. Ed ora è alla fine della sua esperienza politica. E’ un accordo che rischia di rivelarsi un boomerang e di scontentare gli elettori di entrambi i partiti. 

Quale strada dovrebbe imboccare allora Forza Italia? 

Bisogna partire da un dato. In Sicilia c’è un tasso di astensionismo del 50% e in buona parte si tratta soprattutto ex elettori di Forza Italia, stanchi delle cose che sta facendo Miccichè. Forza Italia scomparirà dalla Sicilia. Per uno che è stato cofondatore di Forza Italia, tessera numero due del partito, ministro e deputato per 25 anni e 6 legislature la cosa mi dispiace perché non voglio vedere scomparire questo movimento.

Che fare?

Forza Italia dovrebbe rimediare a uno degli errori più gravi di Berlusconi. All’ inizio mi disse: “Professore, se lei vale nove non deve mai avvalersi della collaborazione di uno che vale dieci perché le fa le scarpe”. Gli risposi: “In politica così non si va da nessuna parte”. Un leader deve scegliere collaboratori capaci e che fanno funzionare la macchina. Lui ha fatto spesso scelte di segno opposto. 

Quindi?

Se partono dall’idea che gli astenuti sono in buona parte ex elettori di Forza Italia dovrebbero riacquisire la credibilità perduta e mettere da parte di giochini. Dovrebbero scegliere

candidati validi dai quali gli elettori si sentono rappresentati. Così il programma politico diventa secondario. Noi vincemmo nel 1994 per il programma politico (se permette mi autoelogio), ma oggi non possiamo più farlo.

Perché?

Quelle idee non le abbiamo applicate. Non è stata colpa nostra, ma avevamo promesso la rivoluzione liberale e abbiamo fatto un inciucio democristiano. 


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