Sebastiano e Angela travolti dall'uragano, lacrime a Scordia - Live Sicilia

Sebastiano e Angela travolti dall’uragano, lacrime a Scordia

Due persone semplici. Una vita dedicata al lavoro agricolo. Una famiglia distrutta.

“C’era quasi caldo, un caldo e un vento che non ricordo di aver mai sentito ad ottobre inoltrato”
Rocco, un abitante di Scordia ci racconta la giornata di ieri, fra l’attesa delle piogge che erano state previste e la paura per quello che in poco tempo ha colpito la comunità di Scordia già duramente provata dal ricordo dell’alluvione del 2018.

“I primi scrosci non lasciavo affatto presagire cosa sarebbe accaduto da lì a poco. La pioggia aumentava sempre di più e quando credevamo avesse raggiunto il suo apice e che da lì a poco sarebbe finita, invece continuava ad aumentare. Dal balcone guardavo la strada che via via si riempiva di acqua sino a quando, come fosse un onda alla pioggia si è iniziato ad aggiungere il fango. Le auto iniziavano a muoversi sino a che l’acqua, sembrava inghiottirle. Il terrore è stato tanto, sentivo i miei vicini disperati, urlare dalla paura, mentre ai piani bassi delle case iniziava ad entrare l’acqua da sotto le porte. Mi sono affacciato dalle scale e vedevo l’acqua entrare, nonostante avessi due gradini di differenza dal livello della strada.”

La paura

Simona, universitaria di Scordia, ci racconta l’impossibilità di raggiungere telefonicamente i familiari: “Ero a casa con i miei genitori, fortunatamente avevo deciso di non far rientro a Catania e ieri quando abbiamo capito che stava per riaccadere quello che avevamo già vissuto qualche hanno fa abbiamo cercato di chiamare i nostri familiari che abitano alla fine di Via Garibaldi, senza riuscirci. I telefoni erano isolati, nessuna compagnia telefonica sembrava funzionare e per ore non siamo riusciti a sentire nessuno, salvo poi scambiare qualche messaggio attraverso i social e su wathapp anche se la linea fissa ci ha dato problemi.”

I soccorsi

“C’è un padre con un bambino piccolo sopra il tetto di una macchina”, questo l’audio di una chiamata alla centrale unica si emergenza con il quale un cittadino chiedeva aiuto per due suoi concittadini investiti dall’onda di piena mentre erano all’interno della propria autovettura. In pochi minuti le chiamate si moltiplicavano, così come le auto dei soccorritori che cercavano di raggiungere i luoghi più colpiti dalla pioggia e dagli allagamenti. 
Le volanti dei carabinieri riescono a raggiungerli e a trarli in salvo, così accadrà nel pomeriggio decine di volte, dentro e fuori il perimetro della città

La tragedia dopo la scomparsa


Nel pomeriggio un automobilista dichiara di aver visto due persone, un uomo e una donna allontanarsi dalla propria autovettura mentre l’acqua impattava violentemente contro le autovetture rimaste in panne lungo la provinciale. 
Poche ore dopo la certezza che di quelle due persone si sono perse le tracce mentre i soccorritori e i volontari cominciano a scandagliare tutta la zona, ancora invasa dalle acque.

I coniugi Gambera

I coniugi, conosciuti e stimati in città, entrambi pensionati, da una prima ricostruzione, sembrerebbero essere usciti di casa per andar a fare visita ad una delle sorelle di Sebastiano Gambera, l’uomo trovato morto qualche ora fa. 
Una famiglia di 10 figli, unita e con tanti nipoti. I pomeriggi passati a farsi visita dopo una vita di lavoro nel settore agricolo. 
Quando si sparge la voce in città scende il silenzio e si prega per il buon esito delle ricerche. Oggi l’amara scoperta del corpo di Sebastiano in un fondo agricolo a qualche chilometro dall’auto che, forse presi dal panico, insieme alla moglie avevano lasciato in strada, alla ricerca di un qualche riparo. L’acqua saliva rapidamente e gli sportelli venivano battuti dai rami che venivano trasportati da quella furia improvvisa. All’arrivo dei soccorritori nella zona, l’unica auto trovata indenne al passaggio della piena, per una triste ironia del fato, è proprio quella dei due coniugi. Adesso si cerca Angela, un filo sottilissimo di speranza sembra non voler lasciare gli scordiensi che dopo la tragedia di questi giorni pregano perché almeno un miracolo si compia.


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