Palermo, tentata concussione: condannato Totò Orlando

Palermo, tentata concussione: condannato Totò Orlando

Avrebbe cercato di favorire la nomina di un dirigente comunale. "Le sentenze si rispettano, ma faremo appello"

PALERMO – Il presidente del Consiglio comunale di Palermo Totò Orlando è stato condannato a un anno e mezzo di carcere, pena sospesa, per tentata concussione. Assolto Antonino Rera, il dirigente comunale, che era imputato di favoreggiamento personale. La sentenza è della terza sezione penale del Tribunale, presieduta da Fabrizio La Cascia.

“Le sentenze si rispettano e come prevedono la Costituzione e l’ordinamento si appellano. Cosa che faremo subito non appena lette le motivazioni”, replica Orlando.

Secondo l’accusa Orlando, nel giugno del 2015 Orlando, avrebbe tentato di costringere Serafino Di Peri e Dario Gristina, componenti della commissione comunale per il conferimento dell’incarico di responsabile dell’ufficio consulenza giuridico amministrativa del Consiglio, a scegliere Rera.

Il tentativo, attraverso e mail e incontri, andò però a vuoto e fu nominato Nicolò Giuffrida. Rera, secondo l’accusa, avrebbe omesso con una serie di “non ricordo” di riferire all’autorità giudiziaria alcune circostanze sugli incontri avvenuti con Orlando, Di Peri e Gristina. L’imputato, difeso dagli avvocati Monica Genovese e Toto Cordaro, però nel corso del processo ha chiarito i suoi ricordi, confermando gli incontri avuti con Orlando. Nessun favore, a suo dire aveva più titoli di Giuffrida e meritava l’incarico. Codice ala mano la sua assoluzione viene definita “per ritrattazione”.

Gristina raccontò che “dopo la conclusione dei lavori della commissione valutativa che ha portato alla scelta di Giuffrida, Orlando ha convocato nel suo ufficio, alla presenza di Antonino Rera, invitandomi a non firmare temporaneamente il verbale, facendomi intendere chiaramente che avrebbe preferito che Giuffrida non venisse nominato”.

L’avvocato Mauro Torti

Il tribunale ha condannato l’imputato a risarcire settemila euro a Di Peri, parte civile con l’assistenza degli avvocati Mauro Torti e Valentina Castellucci.

La difesa di Orlando continua a ribadire l’assoluta correttezza dell’imputato, certa di poterlo dimostrare impugnando la sentenza di condanna.


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