Catania, operazione Kronos: undici arresti per mafia - Live Sicilia

Catania, operazione Kronos: undici arresti per mafia

Le indagini del Ros dei Carabinieri avevano smantellato la cosca dei Santapaola-Ercolano, confermate le condanne
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CATANIA – Undici arresti per associazione mafiosa, estorsioni, detenzione illegale di armi, tutti riconducibili all’operazione Kronos: i Carabinieri della Squadra Lupi del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale etneo, con i colleghi della Compagnia di Palagonia e del Comando Provinciale di Siracusa, su delega della Procura di Catania hanno eseguito 11 ordini di carcerazione emessi dall’Ufficio Esecuzioni Penali.

Le sentenze erano diventate definitive un mese fa, come scritto da Livesicilia, in seguito al pronunciamento della Cassazione.

I nomi

Gli arrestati, secondo quanto confermato da sentenza di condanna irrevocabile, sono Rosario Bontempo Scavo, di 33 anni, che dovrà espiare la pena di 8 anni di reclusione in quanto riconosciuto colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata; Benito Brundo di 40 anni, 10 anni di reclusione in quanto riconosciuto colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, nonché di plurime estorsioni pluriaggravate; Pierpaolo Di Gaetano di 42 anni, 8 anni e 2 mesi per i reati di associazione mafiosa pluriaggravata, nonché detenzione illegale di armi; Cosimo Davide Ferlito di 50 anni, con una pena di 11 anni e 4 mesi di reclusione per associazione mafiosa pluriaggravata, detenzione illegale di armi pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata.

Destinatari dei provvedimenti di carcerazione eseguiti dai Carabinieri sono stati anche Antonino Galioto di 57 anni, 8 anni e 8 mesi di reclusione in quanto riconosciuto colpevole del reato di associazione mafiosa pluriaggravata; Carmelo Oliva di 48 anni, che espierà la pena di 10 anni e 6 mesi di reclusione in quanto colpevole dei reati di associazione mafiosa pluriaggravata, plurime estorsioni pluriaggravate, nonché tentata estorsione pluriaggravata; Febronio Oliva di 60 anni, 10 anni di reclusione per associazione mafiosa pluriaggravata; Giovanni Pappalardo di 47 anni, con una pena di 10 anni e 10 mesi per associazione mafiosa pluriaggravata; Giovanni Pinto di 45 anni, che dovrà espiare la pena di 6 anni e 8 mesi di reclusione in quanto riconosciuto colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi; Salvatore Russo di 47 anni, 8 anni per il reato di associazione mafiosa pluriaggravata; Giuseppe Simonte di 41 anni, che dovrà espiare la pena di 9 anni e 8 mesi di reclusione in quanto riconosciuto colpevole dei reati di associazione mafiosa e detenzione illegale di armi, nonché di ricettazione.

Le indagini del Ros

L’attività d’indagine Kronos era stata coordinata dalla Procura di Catania e svolta del Ros di Catania nel 2016. Gli investigatori avevano concentrato la propria attenzione su alcune squadre, operanti nei vari quartieri catanesi e nei paesi della provincia, appartenenti alla famiglia di Cosa nostra catanese dei Santapaola-Ercolano. I militari erano riusciti non solo a mettere in luce una serie di reati ma a cogliere anche gli assetti criminali delle singole famiglie ed i rapporti tra le stesse.

In particolare all’epoca dell’indagine erano emersi alcuni contrasti per la ripartizione delle aree di influenza ai fini della spartizione dei proventi illeciti, nonché varie problematiche legate alla nomina del cosiddetto “rappresentate provinciale”, che avevano portato allo scoperto latenti contrasti tra le varie famiglie poi sfociati in veri e propri agguati armati. La situazione emergente ed in continua evoluzione aveva determinato una degenerazione degli eventi, inducendo addirittura gli inquirenti a procedere in via d’urgenza al fermo degli indagati.

A seguito delle indagini era stato inflitto un duro colpo alla famiglia, smantellando di fatto il sodalizio consolidatosi nella Sicilia Orientale. Gli arrestati sono stati ristretti presso le Case Circondariali di Catania-Bicocca, Augusta-Brucoli, Caltanissetta, Siracusa e Agrigento come disposto dall’autorità giudiziaria.


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