Palermo, l'ideologia no vax dietro le finte vaccinazioni

Palermo, l’ideologia no vax dietro le finte vaccinazioni anti Covid

Non solo paura, qualcuno pensava di sovvertire l'ordine pubblico

PALERMO – Non c’è solo la paura di vaccinarsi. Qualcuno aveva l’obiettivo di sovvertire le regole sanitarie decise per fronteggiare la pandemia Covid. L’inchiesta della Procura di Palermo sulle finte vaccinazioni, che ha portato all’arresto di due infermiere, un capopolo dei no vax e un commerciante, prosegue e punta ad un livello superiore.

Ci sarebbero ragioni ideologiche dietro le false vaccinazioni scoperte nell’hub vaccinale della Fiera del Mediterraneo. Non è un caso che il procuratore aggiunto Sergio Demontis e il sostituto Felice De Benedittis abbiano delegato le indagini alla Digos della questura. La Digos, infatti, entra in campo in caso di fenomeni sociali che possano creare pericoli per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Si scava nei contatti fra la rete no vax, che sfrutta alcune chat, e l’infermiera Anna Maria Lo Brano che avrebbe un ruolo più delicato nell’inchiesta rispetto alla collega Giorgia Camarda. Entrambe sono dipendenti dell’ospedale Civico, ma facevano turni straordinari nell’hub vaccinale. Sono una dozzina le finte inoculazione scoperte, ma sarebbero molte di più. Quelle finora emerse sono legate alla paura di uomini e donne di vaccinarsi.

Persino Camarda ha finto in occasione della somministrazione della dose booster dopo avere scoperto che le sarebbe toccato il vaccino Moderna e non più il Pfizer.

Gli investigatori si stanno concentrando sul profilo ideologico. Esiste una rete di fabbricatori di finti green pass e di sanitari compiacenti che hanno messo a rischio la loro salute e quella degli altri.

Camarda lavorava nel reparto di Malattie infettive del Civico, a contatto con pazienti fragili, di cui avrebbe messo a repentaglio la salute. Il fatto che abbia deciso di fare finta di vaccinarsi, secondo il giudice per le indagini preliminari Donata Di Sarno, “è indicativo di una preoccupante indifferenza all’esigenza di protezione della salute pubblica, ancor più allarmante se calata nell’attuale emergenza pandemica”.


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