Palermo, 20 anni di aumenti per l'addizionale Irpef - Live Sicilia

Palermo, 20 anni di aumenti per l’addizionale Irpef DOCUMENTO

Nel 2022 l'aliquota raddoppierà. Ecco il piano del Comune: entrate dall'imposta sui redditi ma anche da tanto altro
PALAZZO DELLE AQUILE
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PALERMO – Il tetto massimo è previsto nel 2023 anno in cui, dallo 0,8 per cento, l’addizionale Irpef arriverà a toccare soglia 1,728 per cento con un incremento dell’ 1,160. Poi la soglia rientrerà sotto la soglia dell’ 1,388 per cento per non superarla. Questo è il piano di come varierà la quota di Irpef che i cittadini palermitani dovranno versare alle casse del Comune di Palermo. Questo è solo uno dei tanti prezzi che i cittadini del capoluogo palermitano dovranno pagare per il risanamento della città.

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La giunta negli scorsi giorni ha approvato l’emendamento correttivo del piano di riequilibrio che il Consiglio Comunale deve votare entro il 31 gennaio per evitare il dissesto finanziario dell’Ente. Ma cosa è questo piano di riequilibrio. Si tratta di un vero e proprio documento previsto dalla legge con cui gli enti locali riportano in equilibrio i conti pubblici eliminando secondo un riparto che dura diversi anni l’ammontare del disavanzo. Per farlo nel piano i Comuni devono inserire misure correttive e, nel caso di Palermo una di queste è l’incremento per vent’anni dell’addizionale Irpef.

Intanto il dato più imminente è quello che riguarda il 2022. Quest’anno l’aumento previsto è circa del 100 per cento se si considera che si passa da un’aliquota dello 0,8 a una tassazione dell’1,566 per cento.

L’unico dato certo d’altronde è quello di questo esercizio finanziario. La giunta comunale, infatti, ha deciso di utilizzare l’addizionale dell’Imposta sul reddito delle persone fisiche come strumento per consentire il raggiungimento del gettito necessario a non fare saltare il piano di riequilibrio. Ogni anno quindi l’addizionale potrebbe cambiare a seconda che l’Ente riesca ad avere buone performance dalle politiche di risanamento che ha programmato.

Salvo che qualcosa vada male, dunque, dal 2023, dopo il picco è previsto un assestamento dell’aliquota attorno all’1,3 per cento. Poi a partire dal 2030 è prevista una lenta diminuzione della pressione fiscale. In un percorso di risanamento, dall’altra parte, i primi anni sono sempre i più duri. Solo nel 2035, l’aliquota dovrebbe assestarsi attorno all’1 per cento del reddito prodotto dai palermitani.

addizionale irpef

Ma, come anticipato ieri da Live Sicilia, le aliquote Irpef non sono le uniche a dover salire.

Osservando la tabella allegata alla delibera di giunta in cui si dà conto dell’impatto delle misure di risanamento previste dalla giunta, a colpire è il dato sull’incremento delle tariffe dei diritti di istruttoria. Nel 2021 l’entrata è data a 70mila euro. Nel 2022 si prevede di incassare un milione e 230mila euro.

L’incremento del canone unico patrimoniale e cioè dell’imposta unica per l’occupazione del suolo pubblico e gli spazi pubblici non è conoscibile in termini assoluti perchè nel 2021 lo Stato ha erogato risorse per esentare dalla tassa le attività che sofferto le chiusure a causa del Covid. La tabella afferma che però ci sarà un aumento del 10 per cento. E così nel 2023, anno in cui Palazzo delle Aquile immagina di tornare a incassare il suolo pubblico dovrebbero entrare 726mila euro.

Già nel 2022 il Comune prevede di incassare 1,5 milioni dal bando per gli spazi pubblicitari. Fra i servizi a domanda individuale, il complesso dello Spasimo dovrebbe fruttare il doppio: 306mila euro. Circa 300mila euro devono provenire dal mercato ittico, 285mila (nel 2021 sono 226mila) dal mercato ortofrutticolo. E anche i servizi cimiteriali dovranno comportare entrate, che sono previste in 182mila euro.

Poi c’è il capitolo sport che dovrebbe portare incassi per 945mila euro a fronte degli attuali 53mila.

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Le entrate però dovranno venire da qualsiasi fonte. Per questo la giunta ha pronto anche un piano alienazioni di alcuni immobili da cui dovrebbe arrivare almeno mezzo milione di euro. Rimane inoltre in vita la vendita della partecipazione alla Gesap che da sola vale entrate per 22 milioni di euro.

Adesso che la giunta ha fatto la sua proposta, la palla torna al Consiglio Comunale cui spetta l’ultima responsabilità del riequilibrio o quella di gettare il Comune nel dissesto. Molti consiglieri si sono già detti pronti alle barricate. Una cosa è certa. Nelle prossime ore, nei prossimi giorni, a Sala delle lapidi si decide il futuro dei prossimi 20 anni della città.

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