"Bene l'intesa, ma Musumeci non si tocca e su Cuffaro dico..."

“Bene l’intesa, ma Musumeci non si tocca e su Cuffaro dico…”

La candidatura di Lagalla, l'intesa e la partita alla Regione. Parla Carolina Varchi.
PALERMO 2022 - L'INTERVISTA
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Onorevole Varchi, cosa pensa dell’intesa del centrodestra palermitano sull’ex rettore Roberto Lagalla, il vostro candidato sindaco?
“Penso che ci siamo ritrovati ed era naturale che fosse così e che ci siamo rafforzati. C’è stata la disponibilità di tutti, chi prima, chi dopo, ora è il momento di guardare avanti”.

Carolina Varchi si è comportata con disciplina di partito. Candidata di Fratelli d’Italia, in quella complessa partita che ha visto i cocci della coalizione ricomporsi a fatica, ha compiuto per prima il famoso passo indietro per convergere su Lagalla. Il resto è cronaca.

Ma non le è dispiaciuto nemmeno un po’ ritirarsi?
“La politica non è mai un fatto personale. Ho sposato la linea della responsabilità di un partito, che risulterà il più votato a Palermo, e non ho rimpianti perché daremo alla città una amministrazione forte e stabile”.

Nemmeno uno?
“Ho fatto quello che andava fatto e l’ho spiegato a tutti quelli che si erano fatti avanti per sostenermi. La delusione è stata grande ma hanno compreso e questa è l’unica cosa che conta”.

Si poteva fare prima?
“Siamo arrivati all’intesa a ridosso della campagna elettorale. Questo è accaduto perché il quadro era complicato dalle prossime scadenze elettorali, innanzitutto alla Regione”.

E voi sostenete Nello Musumeci, il presidente uscente.
“Certo, un dato che non è cambiato e che non può cambiare. La nostra convinta adesione alla ricandidatura del presidente resta un punto fermo”.

Magari non tutti saranno d’accordo…
“Discuteremo, ci sarà un confronto a livello nazionale e i partiti prenderanno posizione. Per noi il dato, come dicevo, non cambia”.

Intanto però non c’è stato l’accordo complessivo su Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans.
“Nell’attuale fase abbiamo preferito essere responsabili e parlare di Palermo con i suoi grandi problemi. Ma, lo ripeto per la seconda volta, la nostra idea sul presidente Musumeci è quella”.

Confessi, il ritiro le è dispiaciuto.
“Sarei arrivata al ballottaggio e poi avrei vinto. Mi resta la fortissima esperienza umana di avere incontrato tanti palermitani messi all’angolo dall’attuale amministrazione, con le loro parole di gratitudine per il mio impegno. Sono io che li ringrazio. Stiamo lavorando per loro”.

Reclamate il vicesindaco?
La suggestione delle poltrone per le poltrone non è roba per noi. Sarà il primo partito della coalizione a indicarlo”.

Franco Miceli, candidato del centrosinistra, parla di un Lagalla consegnato all’estrema destra. Giusto Catania sottolinea negativamente l’influenza di Dell’Utri e Cuffaro. Che ne pensa?
“Che mi sembra curioso sentire accuse di estremismo dall’ultimo segretario del PCI a Palermo, cioè Franco Miceli, e da Giusto Catania, punto di riferimento della sinistra estremista. Il grande consenso per FdI li rende nervosi e posso capirli”.

Ma le vicende di Dell’Utri e Cuffaro, con le condanne per mafia, non pongono un problema morale a chi si è sempre detto molto attento sulla salvaguardia di etica e legalità?
“Io, per capirci, non ho mai lesinato critiche pubbliche ad entrambi quando erano all’apice del potere. Ma sia Cuffaro che Dell’Utri adesso sono fuori dalle istituzioni e si tratta di due cittadini che hanno pagato il loro debito con la giustizia ed esercitano semplicemente il proprio diritto di parola”.


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