Cugini uccisi ad Acireale, il 72enne confessa di avere sparato - Live Sicilia

Cugini uccisi ad Acireale, il 72enne confessa di avere sparato

Il 72enne avrebbe ammesso il delitto. L'arma usata è una pistola Browning calibro 7,65. La famiglia Cunsolo piange ancora morti.
VIA ROCCAMENA
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ACIREALE – Avrebbe ammesso le proprie responsabilità, confessando il delitto. Giuseppe Battiato, classe 1950, avrebbe sparato ai due cugini Vito Cunsolo e Virgilio Cristian Cunsolo Terranova, 29 e 30 anni, che si erano introdotti nella sua proprietà forse con l’intento di rubare oggetti o denaro. Il fatto è avvenuto in via Roccamena, nella frazione di Pennisi del Comune di Acireale. I due sarebbero stati ammazzati a colpi di pistola, una Browning calibro 7,65. Secondo quanto appreso da LiveSicilia, l’arma sarebbe stata regolarmente denunciata, ma detenuta in un luogo diverso da quello indicato.

Il delitto sarebbe avvenuto all’interno del casolare di Battiato, pieno di mobili accatastati e di immondizia, tra le tre e le quattro del mattino del 22 giugno 2022. I corpi dei due uomini, raggiunti da tre spari, sarebbero poi stati trasportati all’esterno con una carriola. E sarebbero stati gettati oltre una recinzione divelta, in un terreno adiacente. La loro assenza da casa avrebbe destato sospetti nei familiari solo nella tarda mattinata di ieri, quando i cellulari dei due hanno smesso di squillare perché probabilmente si sono scaricati.

Nel primo pomeriggio di ieri, i parenti dei due sono arrivati al fondo agricolo e hanno chiamato i carabinieri. Di lì a poco la scoperta dei due cadaveri e i momenti di tensione, anche nei confronti del 72enne, subito sottoposto a fermo di polizia giudiziaria. Una settantina di persone provenienti dai quartieri di Librino e di Villaggio Sant’Agata si sono riunite in serata di fronte al luogo del delitto, nella frazione acese. I cadaveri sono stati trasportati all’obitorio del Policlinico di Catania intorno alle 3.30 del mattino.

Vito Cunsolo è il fratello maggiore di Giuseppe Cunsolo, morto il 14 febbraio 2012 a 13 anni. Due settimane prima, il ragazzino era stato trovato in gravissime condizioni di salute in viale Castagnola, a Librino, ai margini della strada. Erano le 15.40 del 28 gennaio 2012, pieno giorno. L’assassinio di Peppe Cunsolo, che militava nell’under 14 dei Briganti rugby di Librino, è rimasta un caso irrisolto: la teoria dell’incidente stradale e di un pirata della strada non aveva mai convinto i familiari e gli attivisti della squadra sportiva, che a lui hanno intitolato la Club House.

Vito Cunsolo non perdeva occasione per ricordare il fratello, a cui aveva dedicato un cartello nell’aiuola di viale Castagnola nei pressi della quale è stato trovato il corpo ferito di Peppe Cunsolo, ormai privo di sensi. “Se alzo gli occhi in direzione del cielo mi sembra di poterti ancora vedere – si legge – Ora che sei un angelo stammi sempre accanto e non lasciare la mia mano soprattutto nei momenti più difficili”. Tra i tanti messaggi di cordoglio sui social, molti non mancano di ricordare il legame tra i due fratelli: “Ora sei con Giuseppe“.


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