Caro sindaco Lagalla, per salvare Palermo cominci da qui

Caro sindaco Lagalla, per salvare Palermo cominci da qui

La prima emergenza da affrontare in città.

Caro Sindaco di Palermo, Professore, non più Leoluca Orlando, ma Roberto Lagalla, venga ai Rotoli, guardi il paesaggio purissimo dell’orrore, con le bare accatastate, i rifiuti, il fetore e quanto altro compone uno scenario da incubo. Guardi pure e giuri solennemente, a se stesso e a noi, che la situazione verrà risolta.

Ma non usi, come è stato fatto, ami luccicanti in forma di cronoprogramma, termine inventato per non significare niente, almeno in Sicilia, per far abboccare. Si metta la mano sul cuore, come certi giocatori della Nazionale mentre suona l’inno, e pronunci una frase come: ‘Non dormirò la notte, fino a quando questa ferita purulenta non verrà sanata’. Poi le dia seguito con i fatti.

Il cimitero di Palermo non può essere lontano nei pensieri di chi la abita e di chi si accinge a governarla. E’ il racconto che ci dice tutto sul nostro stato di civiltà. I Rotoli, semplicemente, ci dicono che viviamo in un luogo ignominioso, perché l’ignominia è la caratteristica di chi non rispetta i defunti e il lutto.

Una doppia risonanza negativa che investe chi ha amministrato fin qui e non è stato capace di fare altro che stendere inefficaci proclami, ma pure tutti noi palermitani. Siamo in grado di indignarci, magari per il superfluo. Però, nessuno è sceso in campo per gli inquilini di Rotoli. Almeno, non ce ne siamo accorti. Gli intellettuali, per sudditanza nei confronti del potere o per aristocratica indifferenza, hanno taciuto o sorvolato. Gli altri hanno girato le spalle all’orrore. Come se fosse normali rassegnarsi e non protestare, collettivamente, davanti a uno scempio del genere.

Siamo rimasti noi, i cronisti, alleati dei familiari delle vittime dell’incuria. Noi che, con i nostri continui viaggi, abbiamo scritto articoli, diffuso appelli, chiamato una comunità al risveglio. Non è servito e niente e, a un certo punto, abbiamo capito che non c’erano più parole adatte per descrivere quello che avevamo sotto gli occhi.

Caro Professore Lagalla e sindaco di Palermo, ora le nostre parole, i nostri racconti, i nostri video, le nostre fotografie, li giriamo a lei. Ora, tocca a lei. Venga ai Rotoli. Osservi il dolore che non ha rispetto. E giuri che sarà estirpato dal cuore di Palermo. (Roberto Puglisi)


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